Esonero da ogni responsabilità

Le informazioni fornite sono sintetiche di bandi, regolamenti e circolari molto più ampi e articolati e hanno unico obiettivo di dare una prima informazione ai potenziali interessati. Pertanto, consigliamo, agli stessi di assumere le loro decisioni sulla base di normativa completa da fonti ufficiali ovvero di ricorrere a professionisti qualificati di settore.

I nostri clienti

  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
  • 6

BUSINESS PLAN

DEFINIZIONE
Si tratta di un importante strumento di pianificazione economica e finanziaria fondamentale in fase di start up aziendale ai fini della presentazione dell'idea di business. 

Può avere un utilizzo interno o esterno all’azienda: internamente il business plan viene utilizzato a livello di specifico progetto al fine di poterne valutare la convenienza nella sua attuazione, mentre a livello esterno esso può avere diverse funzioni tra le quali quelle di presentare l’azienda o specifici progetti a finanziatori o investitori. Esso inoltre costituisce un importante riferimento a livello di gestione aziendale per definire il raggiungimento degli obiettivi economici e finanziari dell’azienda (o dello specifico progetto).

Il business plan è un documento che comprende:
- la descrizione (aspetto qualitativo descrittivo) e
- la rappresentazione economica finanziaria (aspetto quantitativo) delle iniziative che un’impresa intende realizzare (l’idea dell’imprenditore). La fase di descrizione qualitativa precede necessariamente quella quantitativa e ne costituisce un presupposto fondamentale.
La predisposizione del bilancio previsionale, infatti, può essere considerata quasi una “logica” conseguenza dell’aspetto descrittivo qualitativo: è lo strumento per tradurre in “numeri” le idee.
Da quanto detto, quindi, l’analisi descrittiva del progetto deve essere il più possibile accurata e precisa poiché rappresenta l’aspetto essenziale del business plan.

In sintesi, l’imprenditore non dovrà essere un esperto contabile o finanziario, ma dovrà scrivere (cioè formalizzare) in modo chiaro, analitico e completo le proprie idee delegando eventualmente ad un consulente esterno l’organizzazione e la sistematizzazione delle idee stesse (aspetto qualitativo) e la predisposizione del coerente documento di valutazione economico-finanziaria (aspetto quantitativo).

CONTENUTI

1. L’IDEA DI BUSINESS
Il business plan descrive in modo analitico e chiaro tutti gli aspetti rilevanti del progetto d’impresa.

Per poter raggiungere questo obiettivo bisogna essere in grado di rispondere in modo compiuto a queste domande:

• CHE COSA intendo vendere?
• A CHI intendo vendere?
• COME VENDO?
• COME PRODUCO?

CHE COSA significa:
• quali sono le caratteristiche del prodotto o del servizio che intendo
vendere?
• quali servizi accessori?
• quali tempi di consegna?
• quale prezzo?

A CHI significa:
• qual è IL “SEGMENTO” DI MERCATO a cui l’impresa intende rivolgersi?

COME VENDO significa:

• qual è il modo con cui comunico alla clientela target (segmento di

mercato) le caratteristiche del sistema di prodotto offerto?
COME PRODUCO significa:
• quali sono le caratteristiche della struttura aziendale?
• chi è il responsabile e come è organizzata la funzione ACQUISTI?
• chi è il responsabile e come è organizzata la funzione PRODUZIONE?
• chi è il responsabile e come è organizzata la funzione AMMINISTRAZIONE?
• chi è il responsabile e come è organizzata la funzione VENDITA?
La parte descrittiva del business plan affronta tutte queste questioni
verificandone continuamente la congruenza. E’ probabile che, nello
sviluppo del documento, si possa cambiare idea su alcuni aspetti
ridefinendo scelte compiute in precedenza (ad esempio, identificando
meglio il mercato di riferimento, modificando il prezzo e le caratteristiche
tecniche del prodotto, ……).

2. L’ARTICOLAZIONE DEL MODELLO DI BUSINESS PLAN (PARTE QUALITATIVA)
La presentazione del progetto dovrebbe essere articolata secondo la seguente struttura:
A. PRESENTAZIONE DEL PROGETTO: in modo sintetico viene enunciata l’idea di Business, se l’azienda è già esistente o se si tratta di una nuova iniziativa economica, gli obiettivi del business (economici, finanziari, di mercato, sociali, ….) e a chi è rivolto (ai soci, alle banche, alla pubblica amministrazione per l’erogazione dei finanziamenti)
B. STORIA DELL’AZIENDA E DEI SOCI: viene descritta dettagliatamente la storia ziendale sotto il profilo della compagine sociale, dell’organo amministrativo, dell’organizzazione, del mercato servito e dei prodotti venduti (se il business plan è predisposto in riferimento ad una realtà già esistente). Nel caso di inizio di nuova attività è necessario

indicare i componenti del gruppo imprenditoriale evidenziando analiticamente le relative esperienze professionali, motivazioni, capacità di gestione e capacità di finanziamento.
C. ANALISI DEI MERCATI DI RIFERIMENTO: tale fase consiste essenzialmente nel:
a. Delineare il mercato di riferimento in termini di andamento storico e prospettico del settore in cui l’idea di business si posizionerà (gli andamenti settoriali sono monitorati costantemente dagli Uffici Studi delle Camere di Commercio, dalle Associazioni di categoria, dall’Istat e da centri di ricerca facilmente consultabili in internet);
b. Segmentare cioè suddividere il mercato di riferimento in funzione dei bisogni dei potenziali consumatori (“che cosa” desidera il consumatore?);

c. Identificare il segmento “target” cioè la tipologia di “clienti obiettivo” (ANALISI DEL MERCATO DAL LATO DELLA DOMANDA) cui l’azienda intende rivolgersi cercando di cogliere il comportamento del consumatore:
• quanto acquistano i potenziali consumatori? (per identificare i volumi di vendita);
• dove acquistano? (per scegliere il migliore canale distributivo);
• quando acquistano? (per prevedere una eventuale stagionalità delle vendite).

Altrettanto importante, nella logica di conoscenza del comportamento, è rispondere alla domanda “perché” compra quel bene o servizio?
Non bisogna infatti dimenticare che un consumatore quando acquista un prodotto acquista i benefici dello stesso e può essere che gli stessi siano supportati da elementi RAZIONALI o IRRAZIONALI (aspetti psicologici, sociali, …..).
Infine è opportuno delineare le caratteristiche del consumatore (età, sesso, istruzione, classe socio-economica di appartenenza) al fine di identificare i migliori strumenti di comunicazione pubblicitaria.
d. Identificare l’ambiente esterno, fonte di rischi ed opportunità, che condiziona le modalità con le quali l’azienda potrà vendere i prodotti/servizi. Ci si riferisce in particolare alle seguenti variabili:
Ambiente economico generale (crescita o • stagnazione economica generale);
• Legislazione vigente (vincoli comunali, autorizzazioni, …);

• Concorrenza (ANALISI DEL MERCATO DAL LATO DELL’OFFERTA): chi sono i concorrenti? Qual è la loro strategia di mercato in termini di prezzo e qualità di prodotto? Come si potrà evolvere?
• Qual è la tecnologia dominante nel settore? Esiste una disponibilità di materie prime? Esiste disponibilità di manodopera?
e. Prevedere le quantità da vendere per ciascuna tipologia di prodotto/servizio nonché la distribuzione temporale dei volumi (in base alla stagionalità). E’ necessario inoltre stimare, tenendo conto della sensibilità dei clienti al prezzo di vendita, i ricavi previsti.

D. FORMULAZIONE DEL PIANO DEGLI INVESTIMENTI DUREVOLI:
tale fase consiste essenzialmente nel:
a. Identificare le immobilizzazioni (investimenti durevoli) necessarie per la realizzazione della struttura aziendale suddivise tra le diverse funzioni aziendali:
Tutti gli elementi sopra descritti completano la parte DESCRITTIVA (QUALITATIVA)
del business plan e rappresentano la base di riferimento per le

analisi di tipo quantitativo.
Per lo sviluppo dell’analisi QUANTITATIVA è consigliabile utilizzare un programma specifico che sia in grado di predisporre in modo ordinato e coerente tre prospetti contabili (su un arco di tempo da tre a cinque anni):
1. IL CONTO ECONOMICO PREVISIONALE che raccoglie i costi e i ricavi previsti e fornisce quindi gli elementi utili per la determinazione della prevista redditività aziendale;
2. IL PIANO FINANZIARIO che permette di evidenziare i fabbisogni finanziari nel periodo di riferimento;
3. LA SITUAZIONE PATRIMONIALE che permette di evidenziare la situazione degli elementi componenti il patrimonio aziendale al termine di ciascun esercizio.
Prima di analizzare i tre prospetti, è bene soffermarmi su uno strumento sintetico, che potrebbe risultare molto utile nella MICROIMPRESA e per l’imprenditore che non ha molta familiarità con l’analisi di bilancio.
a. Mi riferisco all’analisi del punto di pareggio aziendale.

Chi Siamo

La TOP CONSULTING è un’affermata società che si occupa di consulenza finanziaria e strategia aziendale. Trova origine nell’esperienza della dott.ssa Maria Marrocco le cui competenze accademiche e la molteplici esperienze professionali hanno permesso di creare una struttura in grado di soddisfare tutte le esigenze in tema di finanza delle piccole e medie imprese.

Leggi Tutto

I nostri social

Risorse Utili

  • MISE
  • Invitalia
  • Europa.eu

Servizi Online

I nostri contatti

info (@) topconsultingsrl.it
+39 0836 331715
+39 368 3187773
Via Adige 7, Cursi

Consulta la Mappa

ChiamaWhatsApp